Tutto comincia con un seme.
Anche se si possono comprare piantine di peperoncino già formate in vivaio un vero appassionato con l’hobby del peperoncino non può che partire dai semi.
La semina consente di scegliere tra infinite varietà, senza essere vincolati alla ristretta gamma proposta dal vivaio. Inoltre la soddisfazione di andare dal seme al frutto, prendendosi cura del ciclo completo della pianta non ha prezzo.
Di anno in anno poi si potrà preservare i propri semi di peperoncino, diventando autosufficienti e custodendo le varietà che più ci piacciono.
Scopriamo quindi nel dettaglio come e quando seminare peperoncini piccanti, con una lunga guida completa che spazia dal semenzaio protetto alla semina diretta.
- Il Periodo della Semina
- Seminare in pieno campo
- Periodo di semina in semenzaio
- La Luna e la Semina
- L’influsso della luce lunare sui vegetali
- In quale fase lunare si semina il peperoncino
- Quando Seminare
- Come Seminare
- Il Terriccio da Semina
- Riempire il vasetto: Quanto e Come
- La Bacinella
- Il GermBox o Germinatoio
- Conclusioni
Il Periodo della Semina
Non esiste una stagione o un periodo dell’anno ideale per seminare, tutto dipende dal clima e dalla latitudine in cui ci troviamo.
Seminare in pieno campo
La semina diretta per il peperoncino piccante è qualcosa che mi sento di sconsigliare.
Se fossimo in un clima umido-tropicale ad esempio è possibile seminare peperoncini indifferentemente tutto l’anno in quanto le condizioni climatiche, luce, temperatura ed umidità sono pressoché costanti durante le stagioni.
Non serviranno neppure particolari cure e la semina si potrà effettuare direttamente in piena terra proteggendo solamente la piantina appena nata dai raggi diretti del sole finché non avrà messo una decina di foglie, per il resto farà tutto Madre Natura ed una manciata di concime sarà sufficiente perché la pianta di peperoncino si sviluppi al meglio.
Non per niente il peperoncino è una specie originaria di questo tipo di climi, dove la pianta può vivere come perenne e non serve neppure seminare di anno in anno.
Alle nostre latitudini invece le cose cambiano. Supponendo di voler seminare peperoncini in piena terra in Italia.
Il clima giusto in cui abbiamo temperature che possano garantire la germinazione varia:
- maggio-giugno al nord
- aprile-maggio al centro sud.
Considerando per germogliare servono 10-15 giorni e che che alcune specie richiedono oltre 120 giorni per raggiungere la piena maturazione, ci si rende conto che non vedremo mai i nostri frutti maturi. Già ad agosto le ore di luce diminuiscono notevolmente e a settembre anche le temperature calano. In queste condizioni le piante nel pieno dello sviluppo rallentano considerevolmente la loro crescita e potremo vedere qualche peperoncino maturo solo se l’autunno sarà eccezionalmente caldo. Poi l’inverno porrà fine alla nostra pianta.
Periodo di semina in semenzaio
Considerato quanto sopra risulta chiaro che per ottenere buoni risultati si dovrà procedere alla semina in anticipo (gennaio-febbraio-marzo), realizzandola in un semenzaio protetto.
In un ambiente a clima ed illuminazione controllati in modo da avere a disposizione le piantine di 20-30 cm di altezza in coincidenza dell’arrivo dei primi caldi, a quel punto le potremo trapiantare all’aperto, in vaso o nel nostro orto.
Seminare in semenzaio con anticipo significa non solo far germinare i semi, ma essere in grado di gestire indoor la pianta fino a quando non sia cresciuta.
I vivaisti hanno a disposizione serre professionali dove la temperatura, l’umidità e la luce sono regolati da appositi impianti per ottenere le condizioni ottimali, a livello amatoriale possiamo ottenere ottimi risultati anche con mezzi modesti e questa guida ha lo scopo di illustravi passo per passo il procedimento per far germogliare dai vostri semi piantine di peperoncino sane e rigogliose e poi gestirle con piccole serre o growbox indoor fino al momento di piantare. Come tutti gli hobby c’è un elemento indispensabile che non deve mancare: la passione.
Con un semenzaio riscaldato conviene seminare peperoncini nei primi tre mesi dell’anno, gennaio, febbraio o marzo.
Bisogna tener conto che andranno trapiantati a maggio, facciamo i conti delle risorse di spazio che abbiamo. Anticipare a gennaio significa tenere indoor la pianta per quasi 4 mesi, può essere complesso.
La Luna e la Semina
L’influsso della Luna sui vegetali è sempre stato un problema controverso. L’agricoltura tradizionale ha quasi sempre rispettato le fasi lunari per l’epoca delle semine, dei trapianti, delle potature,… Con l’avvento delle tecnologie più avanzate molte conoscenze basate solo su osservazioni pratiche furono considerate superstizioni.
L’affermarsi delle tecniche di coltivazioni biodinamiche e biologiche ha rivalutato queste conoscenze tradizionali dando un impulso considerevole agli studi in questo campo.
Non ci sono prove scientifiche attualmente del fatto che la fase lunare influenzi realmente la semina e la crescita del peperoncino.
- Approfondimento: semina peperoncini e fase lunare.
L’influsso della luce lunare sui vegetali
Alcuni pensano che l’influsso della luna sia dovuto alla luce lunare.
Dalla luce solare il suolo della luna trattiene più del 90% e manda il restante 10% nello spazio. La luce, rispetto a quella solare, è più ricca di raggi rossi e povera di raggi azzurri e violetti.
Col mutare delle latitudini e delle stagioni varia pure la sua intensità con conseguenze evidenti sulle colture. Sembra che la luce lunare abbia un importante ruolo nella vita dei vegetali:
- favorisce la germinazione dei semi perché penetra nel terreno a molti centimetri di profondità.
- Se non ci fosse, i vegetali non riuscirebbero a crescere e a maturare completamente in modo adeguato.
- Se si sottrae la luce lunare alle piante, esse rinsecchiscono più facilmente, diventano più fragili e indifese all’attacco dei parassiti.
- Sembra che stimoli la cicatrizzare delle amputazioni che i vegetali hanno subito e penetrando in profondità stimola la rigenerazione dei tessuti.
La Luna, però, potrebbe anche avere effetti negativi, infatti i legumi, i pomodori, i cocomeri, le insalate, se esposte a una luce lunare troppo intensa, crescono rapidamente e sviluppano troppo le foglie rispetto ai frutti.
Dato però che il peperoncino in Italia va seminato “indoor” (vedi la Guida: Coltivare una Varietà Tardiva in Climi Freddi), l’influsso della luce lunare non esiste, quindi da questo punto di vista si può seminare in qualsiasi fase, calante o crescente.
In quale fase lunare si semina il peperoncino
La fase lunare in cui seminare il peperoncino, volendo seguire la tradizione contadina, è la luna crescente. Tutte le piante da frutto seguono questa regola, perché si dice che la fase lunare influisca sulla circolazione della linfa, che in crescente privilegia la parte aerea.
Non ci sono prove di questo, per cui si può comunque decidere di applicare questa regola per scaramanzia, ma anche seminare peperoncini con qualsiasi luna.
- Approfondimento: la luna e la semina dei peperoncini
Quando Seminare
Come già accennato, alle nostre latitudini, il peperoncino si semina durante i primi tre mesi dell’anno, è una pianta dalla crecita lenta; ritardando troppo la semina non avrà il tempo necessario per completare il suo sviluppo prima dell’arrivo della stagione fredda. L’arbusto è molto sensibile al freddo durante i suoi primi tre mesi mentre gli resiste bene quando la pianta è completamente sviluppata.
Non costituisce un fatto eccezionale raccogliere gli ultimi frutti, magari parzialmente maturi, a fine Novembre inizio Dicembre, alla prima gelata però la pianta muore.
Chiaramente chi abita nelle regioni del Centro e del Sud ha qualche vantaggio; potrà portare all’aperto le piante un pò prima e, godendo generalmente di un clima più caldo e soleggiato, la crescita e la fruttificazione saranno favorite, compatibilmente con il verificarsi di queste “Stagioni Anomale”.
Anche al Nord comunque tutte le Specie di peperoncino sono coltivate con successo, le cose che servono però, dovunque si abiti, sono la Passione e un pò di Impegno.
Come Seminare
Quella che segue è la tecnica tradizionale che prevede l’interramento del seme.
Vi consiglio vivamente però di prendere in considerazione il Metodo Sottex il quale permette di far nascere il germoglio sotto diretto controllo visivo ed ha molti altri vantaggi.
Preleverete poi il germoglio dallo ScottexBox e lo trapianterete nei vostri vasetti.
Il sistema che vi propongo consiste in tre fasi: una prima semina in germinatoio (detto anche GermBox), l’incubatrice dei nosti semi ed un successivo trapianto e collocazione in un LightBox (ambiente a luminosita’ controllata). Dal LightBox si passerà al trapianto definitivo in vaso o in piena terra. Vedremo successicamente nei dettagli come realizzare queste “mini serre”.
Dove seminare? Questa è una delle prime decisioni da prendere. Per la semina possono andar bene diversi tipi di contenitore, molto usati ed economici sono i bicchierini di plastica con qualche foro praticato sul fondo, personalmente ve li sconsiglio per diversi motivi:
- sono troppo ingombranti per lo scopo
- non trattengono l’umidità
- non traspirano e possono generare dannosi ristagni d’acqua
Per la prima fase di germinazione è necessaria una quantità di terriccio veramente minima ed inoltre usando contenitori piccoli sarà possibile collocare un maggio numero di vasetti nel nostro GermBox. Con pochi decimi di euro si possono acquistare presso i Garden Center degli ottimi vasetti in coccio a partire da soli 3 cm di diametro completi del necessario forellino sul fondo.
I vasetti in coccio sono inoltre i più adatti per il metodo di innaffiatura adottato in questa guida, non verseremo mai l’acqua direttamente nel vaso ma questa verrà assorbita dal basso, per capillarità.
Numerate i vostri contenitori con un marker, al momento della semina createvi una tabellina dove riporterete:
- il numero del vasetto
- la varietà seminata
- la data della semina
- la data della germinazione
In questo modo eviterete di usare cartellini vari che risultano ingombranti e fastidiosi, ed inoltre vi potrete creare un archivio che vi sarà utile per ricordare quali e quante varietà avete seminato.
Il Terriccio da Semina
Nella fase di germinazione e durante il primo periodo della crescita la composizione del terriccio ha importanza relativa, mentre diventa rilevante quando la pianta inizia a crescere e quindi ad assimilare le sostanze contenute nel terreno. Un composto sbagliato può comunque compromettere lo sviluppo dell’apparato radicale proprio all’inizio della vita della nostra piantina. Una piantina nata con un apparato radicale gracile non arriverà mai ad assumere gli standard di robustezza e vigore ideali, la sua crescita inoltre risulterà più lenta della media. Durante la semina più che alla composizione del terriccio si deve dare importanza alla sua conformazione e consistenza che deve essere tale da non ostacolare la crescita dell’apparato radicale. Per questi motivi non è consigliabile usare “la terra dell’orto” perchè troppo sabbiosa o peggio troppo argillosa, dopo la prima innaffiatura tenderà a compattarsi come un mattoncino di fango.
Le principali caratteristiche che un buon terriccio da semina deve avere sono:
la leggerezza, premendo nel pugno una manciata di terriccio quasto non deve trasformarsi in una palla densa e pesante ma piuttosto deve tendere a riprendere il volume originale. Questa caratteristica consentirà alle radici, non trovando ostacoli al loro percorso, di svilupparsi velocemente. Sono assolutamente da evitare composti argillosi.
la percentuale di torba (quegli aggomerati filamentosi che si notano in abbondanza nei terricci universali) deve essere moderata, il peperoncino gradisce un PH leggermente acido.
si deve presentare finemente sminuzzato, occorrera pertanto eliminare le zolle più grossolane ed eventuali altri elementi di dimensioni eccessive con una semplice setacciatura.
I vari composti di “Terriccio Universale” che si trovano in commercio possono funzionare ma non sono i più adatti per la nostra semina. Vi consiglio di localizzare il “Consorzio Agrario” più vicino ed acquistare del terriccio specifico per semina.
Considerate anche che i prezzi praticati dai Consorzi Agrari sono assolutamente abbordabili, nemmeno paragonabili a quelli salatissimi praticati dai Garden Center.
Ve ne daranno un sacco di dimensioni notevoli (50-60 lt), esagerato per lo scopo ma che potrete utilizzare benissimo per i trapianti in vaso o per migliorare le caratteristiche del terreno dell’orto. Se ci andate acquistate nell’occasione anche un sacchetto di “Scorie Thomas” che servirà in seguito.
Altro buon prodotto che dovrebbe essere facilmente reperibile ovunque è il COMPO SANA che viene distribuito anche in confezioni da 5lt compresso, per tutti vale la regola di dare una setacciata al fine di togliere i grumi più grandi. Andrebbero lasciati perdere almeno per la semina terricci a basso costo prodotti non si sa con quali procedimenti, questi si presentano generalmente con un colore molto scuro e con un aspetto poco rassicurante.
Prelevate una certa quantità di terriccio dal sacco, passatelo al setaccio e riponetelo un un secchiellino provvisto di coperchio (i contenitori della pittura murale in plastica da 4-5 lt sono l’ideale). Il terriccio dovrà avere un alto livello di umidità, non bagnato ma nemmeno così polveroso da presentarsi “idrorepellente”, se necessario dunque aggiungete un pò d’acqua, chiudete il contenitore ed agitatelo.
Le Scorie Thomas contengono gli elementi Fosforo e Potassio e NON contengono Azoto che e’ il responsabile della crescita vegetativa. Se si usasse del fertilizzante ad alto tenore di Azoto si avrebbe il fenomeno della “filatura” , cioè piantine allungate, pallide ed esili che crescono in altezza in modo abnorme le quali, per il resto della loro esistenza, porteranno con sè questa “tara” iniziale. Tale comportamento viene poi accentuato in caso di illuminazione insufficiente.
Le Scorie Thomas danno alla pianta gli elementi minerali necessari per una crescita sana e vigorosa e favoriscono la produzione di nuovi getti e fiori, ma la pianta non cresce piu’ del dovuto in altezza.
Dopo qualche tempo si potrà notare che le piante trattate hanno un colore delle foglie molto scuro ed intenso, come le stesse foglie abbiano una robustezza ed uno spessore maggiori rispetto alla norma e come tutto l’impianto tronco, rami e foglie assuma un tono ed un vigore elevati.
Salvo eccezioni particolari tale prodotto non si trova nei comuni centri commerciali per il giardinaggio ma nei “Consorzi Agrari” in confezioni da 5Kg o superiori. E’ costituito da piccole palline di qualche mm di diametro che, per il nostro scopo, vanno macinate (magari con un vecchio macinacaffè).
La polvere ottenuta va diluita in ragione di un paio di cucchiai in un litro d’acqua, usando poi tale soluzione per la normale irrigazione. Una caratteristica delle scorie Thomas è quella di non danneggiare o “bruciare” la pianta anche in caso di “overdose” cosa che con altri fertilizzanti succede spesso.
Il resto del prodotto “non macinato” si può usare poi per integrare gli elementi nutritivi del terreno dove verranno messe a dimora le piante, tale pratica va eseguita tre mesi prima in modo che le scorie Thomas abbiano il tempo di cedere gli elementi al terreno.
Sembra però che questo prodotto in molte zone d’Italia sia poco conosciuto quindi non facilmente reperibile, si tratta comunque di un trattamento, anche se consigliabile, assolutamente “non obbligatorio” e se il clima è buono e la cura adeguata, la buona riuscita della coltivazione sarà ugualmente assicurata.
Riempire il vasetto: Quanto e Come
Riempite il vasetto per circa un terzo quindi premete fortemente con il pollice in modo che il terriccio tenda a fuoriuscire dal foro inferiore del vasetto. Questa operazione consentirà un miglior assorbimento dell’umidità necessaria dal fondo per capillarità.
Riempite quindi il vasetto completamente fino all’orlo e, servendovi di un oggetto a superficie piatta (un tappo come quello della foto va benissimo) premete il terriccio questa volta non fortemente.
Qualsiasi sia la vostra scelta riguardo ai contenitori c’è una regola fissa da rispettare: non seminare più di un seme per ogni vasetto. Il seme va interrato a circa 4-5 millimetri di profondità, ricoprite poi il foro che si è formato con un briciolo di terriccio.
Premete dolcemente il terriccio nella zona centrale e date ancora una leggera pressata col tappo in modo da livellare il tutto.
Versate una ventina di gocce d’acqua delicatamente cercando di non sconvolgere il lavoro fatto in precedenza. Le foto qui sotto evidenziano la differenza di colore tra un vasetto asciutto ed uno bagnato, sia il contenitore in coccio che il terriccio in presenza di umidità diventano più scuri. In futuro basatevi su questa differente tonalità per capire se l’umidità è sufficiente o il vostro vivaio si sta prosciugando, cosa che dovrete assolutamente evitare. Basta infatti qualche ora di siccità per far morire un germoglio appena nato. Evitate di testare l’umidità presente andando a smuovere il terriccio.
Ricordatevi di compilare la tabella delle semine con il numero del contenitore, la varietà seminata e la data della semina.
La Bacinella
Per contenere i vasetti sarà necessaria una bacinella che avrà la funzione di serbatoio per l’irrigazione. Ne potrete scegliere di diversi tipi e materiali, basta che sia alta circa 5 cm e vasta quanto basta per contenere la quantità di vasetti che abbiamo intenzione di coltivare. Quelle più economiche e sicuramente presenti in casa sono i contenitori per alimenti, verdure, ecc.
Riempitela per metà altezza circa di sabbia quindi inserite nella sabbia per metà altezza i vasetti. Aggiungete delicatamente l’acqua finché la sabbia diventi completamente umida ma evitando eccessi e ristagni.
Come già accennato prima è possibile valutare l’umidità presente solo osservando il colore del terriccio, dei vasetti e della sabbia senza toccare o smuovere nulla. E’ di vitale importanza che il complesso rimanga sempre umido, se la coltivazione rimarrà a secco anche per qualche ora solamente i germogli, anche quelli non ancora spuntati, moriranno irrimediabilmente. Il sistema descritto ha però il vantaggio di avere una autonomia piuttosto lunga, circa un paio di giorni, in funzione anche della umidità e della temperatura dell’ambiente.
La prima fase è stata completata ma quello che è stato realizzato non basta assolutamente per far nascere in modo sano e robusto le piantine di peperoncino. Mancano tre elementi essenziali: il calore, l’umidità dell’aria e, la cosa più importante: la luce.
Purtroppo la luce dell’ambiente casalingo è totalmente insufficiente. La questione è dura da digerire ma le cose stanno così. Per crescere “indoor” le piantine hanno bisogno la stessa quantità di luce, sia come intensità che come durata, che si ha all’esterno nel mese di maggio-giugno. Abbandonate quindi ogni tentativo di illuminazione precaria pena il fallimento completo della coltivazione. Attenzione che probabilmente anche in condizioni di luce scarsa i semi riusciranno a germogliare, ma la pianta si allungherà in modo abnorme in direzione della fonte luminosa cercando di raggiungerla per riceverne più luce. Il fusto e le foglie si assottiglieranno ed assumeranno un colore verde pallido ed un aspetto debole. In seguito la pianta inizierà a perdere le foglie e nel giro di qualche giorno si accascerà e morirà. Nel migliore dei casi otterrete un esemplare debole, con possibilità di fruttificazione scarsa e che si porterà con sé la tara iniziale anche se, con l’arrivo della bella stagione, riceverà la quantità di luce necessaria.
In gergo, il comportamento sopra descritto viene chiamato “filatura” ovvero “la pianta sta filando”, sta diventando un filo tenue e sottile. Vedremo ora come realizzare un piccolo ed economico impianto di illuminazione adatto allo scopo.
Il GermBox o Germinatoio
Il GermBox consiste in una campana (un contenitore senza il fondo) che coprirà la bacinella contenente i vasetti creando così il microclima necessario ad una crescita sana delle piantine. In pratica verrà prodotto un “effetto serra” artificiale. Le dimensioni del perimetro dovranno essere adatte a contenere agevolmente la bacinella ma non esageratamente più grandi della stessa in modo da non disperdere eccessivamente umidità, calore e luce. Per quanto riguarda l’altezza del GermBox bisogna considerare che esso dovrà contenere:
- la bacinella
- le piantine finché queste abbiano raggiunto i 10-15 cm
- l’impianto di illuminazione
Un’altezza di 28-30 cm può essere quindi una misura di riferimento ideale. Per quanto riguarda la realizzazione è possibile sia costruirsela ex-novo impiegando materiali come compensato (4-5 mm di spessore sono più che sufficienti), legno o pannelli di polistirolo, oppure adattando un contenitore già esistente allo scopo (anche una scatola di robusto cartone o un imballo di polistirolo espanso possono andare bene). Al fine di permettere il controllo della crescita, è opportuno che un lato del contenitore sia costituito da un materiale trasparente come vetro o una semplice lastra di plexiglass da 2-3 mm. Le foto che seguono sono un esempio di realizzazione, solamente per dare un’idea iniziale dalla quale partire, ognuno poi potrà realizzare il proprio GermBox in base alle proprie esigenze ed ai materiali a disposizione.
Per evitare il formarsi di muffe e funghi il GermBox dovrà “respirare”. Basterà tenere rialzati una o più pareti laterali di qualche millimetro rispetto al piano di appoggio, si creerà così un flusso d’aria sufficiente ad evitare il formarsi di muffe. In seguito, quando il tutto sarà in funzione, sara’ possibile aumentare l’aerazione praticando quache apertura (magari regolabile) sul tetto del GermBox. I fori che si vedono sulle due pareti più piccole servono a sostenere l’impianto di illuminazione a diverse altezze in relazione alla crescita delle piantine.
La lampada può essere a “ad incandescenza”, “a risparmio di energia”, “alogena” o “fluorescente”. Quest’ultima richiede una alimentazione attraverso un impianto reattore/starter un pò più complicato da realizzarsi ed ingombrante. Ognuna di queste fonti luminose ha diverse caratteristiche:
Il tubo fluorescente emette uno spettro luminoso che si avvicina molto a quello richiesto dalle piantine. Sono inoltre disponibili in commercio tubi appositamente realizzati per ottimizzare la crescita vegetativa (Sylvania GroLux ed Osram Fluora) che si possono reperire nei negozi specializzati in acquari, terrari, ecc. Il consumo elettrico è contenuto. un pò meno il loro costo. Un’altra caratteristica dei tubi fluorescenti è quella di emettere pochissimo calore.
Le lampade ad incandescenza o a risparmio energetico possono svolgere una doppia funzione: illuminazione e riscaldamento. Le lampade ad incandescenza emanano più calore a discapito del consumo. Un’ottima soluzione sono le lampade a faretto (cono di luce concentrato), se ne trovano sia a risparmio energetico che alogene (quest’ultima emette molto calore rispetto alle altre). In questo caso sarà necessario calcolare il maggior ingombro in altezza del sistema di illuminazione e conseguentemente ridimensionare l’altezza del GermBox.
Il semplicissimo impiando di illuminazione qui descritto è costituito da un listello di legno lungo quanto la dimensione interna del GermBox. Alle estremità del listello sono presenti due fori nei quali verranno inseriti due spinotti di legno (6-8 mm) i quali, attraversando le pareti del GermBox, supporteranno l’impianto di illuminazione. La lampada è a risparmio energetico con una potenza di 7W.
Il GermBox così realizzato costituisce un ambiente ottimo per la coltivazione, il solo calore prodotto dalla lampada produce un incremento di 2-3 °C rispetto all’esterno. La temperatura ideale di germinazione e’ di 28°C – 30°C, le piantine germoglieranno e cresceranno regolarmente anche con valori di temperatura più bassi ma i tempi si allungheranno notevolmente; ad esempio un seme di habanero impiega da 6 a 8 giorni per germogliare a 28°C, da 12 a 20 giorni con una temperatura di 20°C. Inoltre con la diminuzione della temperatura si ha una percentuale di non-germinazione maggiore. Per aumentare la temperatura nel GermBox non è consigliabile aumentare oltremodo la potenza della lampada in quanto si rischia di “cuocere” la piantina. Meglio che il calore provenga dal basso, appoggiare il GermBox sopra ad un calorifero è una buona soluzione, considerando però che di notte generalmente il riscaldamento viene spento, la soluzione ideale è un tappetino riscaldante o cavetto riscaldante (articoli per animali) da porre sotto la bacinella.
L’ambiente così creato possiede un’altre importantissima caratteristica. A causa dell’effetto serra che si genera automaticamente l’umidità dell’aria nel GermBox si aggirerà tra il 75-85% UR (naturalmente a patto che la sabbia sia umida a sufficienza), un valore ottimo per la coltivazione. Non basta infatti che il terriccio sia umido, nelle giornate secche, d’inverno col riscaldamento acceso l’umidità scende sotto il 22-25%, per le foglioline è una vera tortura. Se si dovesse formare un eccesso di condensa sulla parete trasparente significa che si dovrà aumentare la ventilazione come descritto in precedenza.
Per quanto riguarda l’illuminazione questa dovrà rimanere accesa per 12 ore al giorno. Non ha molta importanza a che ora accendere la lampada, un semplice timer programmabile sarà molto utile allo scopo. Tenete l’altezza della lampada dapprima molto bassa quindi, in funzione della crescita delle piantine, alzatela di conseguenza facendo in modo che tra il bulbo della lampada e l’apice della piantina ci sia uno spazio di un paio di centimetri.
Vi consiglio di aumentare la luminosità presente nel GermBox rivestendo le pareti interne (tranne quella trasparente) con foglio di alluminio (quello per uso cucina va benissimo), per diminuire le perdite di calore si possono applicare alle pareti esterne dei pannelli di polistirolo espanso di spessore 10 mm. Queste due soluzioni aumenteranno considerevolmente le performances del GermBox e di conseguenza i risultati della coltivazione.
Conclusioni
Spero che questa guida abbia chiarito qualche dubbio sulla fase della germinazione e della crescita iniziale, senz’altro la più delicata di tutta la vita delle piantine di peperoncino. Quanto proposto non ha la pretesa di essere l’unico metodo valido ma piuttosto un insieme di consigli per ottenere buoni risultati in modo semplice ed economico diretto a coloro che si avvicinano per la prima volta al mondo della coltivazione dei peperoncini.