Naga Morich: il peperoncino morso di serpente

Fra i cultivar di peperoncino, il Naga Morich si posiziona tra i più piccanti al mondo, con il suo milione abbondante di SHU.

Per assaggiare questo piccolo frutto rosso è quindi necessario essere preparati agli elevatissimi livelli di capsaicina che raggiunge, anche se il valore esatto di unità Scoville può variare da esemplare a esemplare.

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Non per niente questa varietà di capsicum chinense viene chiamata “peperoncino morso di serpente“, per via dell’effetto dirompente del suo sapore caustico.

Il peperoncino Naga Morich compare sul mercato di recente, a partire dagli anni 2000. Raggiunge popolarità anche grazie al suo strettissimo parente Naga Dorset, reso celebre dalla stampa nel 2006 a seguito delle ricerche degli agronomi inglesi Michael e Joy Michaud: i suoi semi provenivano da un fornitore sito in una poco nota regione indiana, poi riconosciuta come culla dei peperoncini Naga.

Andiamo dunque a scoprire le origini e le caratteristiche del Naga Morich, nonché qualche consiglio per la sua coltivazione.

La varietà Naga Morich

Le origini del Naga Morich si legano alla lussureggiante vegetazione del Bangladesh e al clima tropicale della regione dell’Assam, in India: qui la pianta prospera, raggiungendo altezze superiori al metro e mostrando sui rami prima i fiori, dalla corolla poco appariscente. In seguito arrivano i frutti, verdi o rossi a seconda del grado di maturazione.

Questo peperoncino fa parte della famiglia botanica dei Capiscum chinense, a cui appartengono molti altri peperoncini super piccanti (come ad esempio habanero carolina reaper)

Lunghi dai 4 ai 6 centimetri, i peperoncini Naga Morich hanno la forma di un cuneo appuntito dalla superficie naturalmente rugosa, irregolare. Sono poveri di polpa e anche di semi, ma hanno una placenta (o, se preferite, un “torsolo”) particolarmente ben sviluppata.

Per un peperoncino, questa caratteristica è importantissima ai fini della piccantezza, dal momento che le quantità più elevate di capsaicina vengono immagazzinate proprio nella placenta.

La produzione di questa sostanza repellente che genera la piccantezza si accompagna allo stoccaggio di altri nutrienti come la vitamina C, riscontrabile nel frutto crudo, provitamine A come il betacarotene e il licopene, flavonoidi, fibre alimentari e potassio, offrendo un buon concentrato di elementi utili all’organismo.

Scala Scoville: quanto è piccante il naga morich

Come suggerito dal legame nomenclatorio con le tribù Naga, il peperoncino Naga Morich ha un sapore guerriero, aggressivo e dirompente quanto l’attitudine di questi popoli bellicosi: cacciatori di teste fino agli anni Settanta del secolo scorso, sono degni numi tutelari di questo Capsicum chinense da Guinness.

Nel Guinness, per altro, sono molti i Naga che hanno trovato un proprio posto, sulla vetta dei World Records: il già citato Dorset Naga (marzo 2006), il Naga Jolokia (2007), il Naga Viper (febbraio 2011).

La nomenclatura con questa serie di termini simili ci può portare perplessità sull’unicità di questi diversi peperoncini, in realtà imparentati tra loro, in un processo di selezione continuo. Gli appassionati di piccante infatti sperimentano spesso incroci tra i diversi piccantissimi, sviluppando nuove varietà.

Per restare sui dati certi e scientificamente accertati, tutto iniziò con un valore di 855.000 SHU, attribuiti dalla rivista “Current Science” ad una varietà nota come “Nagahari” (di nuovo, ribadiamo la giustificabilissima perplessità sulla nomenclatura).

Il secondo valore attestato dalla storia dei Naga è pari a 1.041.427 SHU, misurato nel 2004 per la varietà Raja Mircha, probabilmente identica alla Nagahari; i valori successivi, invece, sono riportati dai titolari della Sea Spring Farm, i già citati Michaud, che hanno ottenuto un range di piccantezza compreso tra le 876.000 e le 970.000 SHU per i loro Dorset Naga.

Dal momento che il precedente record, detenuto dall’Habanero Red Savina, era di massimo 577.000 SHU, il podio fu facilmente ricalcolato anche a partire dal valore più basso registrato per la “famiglia” Naga e il nostro naga morich entra ufficialmente nel guinness dei primati come il più piccante.

Il Naga morich è stato utilizzato anche per ottenere tramite incrocio il temibile Carolina Reaper, che è poi entrato nel guinnes dei primati successivamente, battendo il red savina.

Proprietà e caratteristiche

Oltre ad essere una varietà altamente rubescente di peperoncino, il Naga Morich è anche ricercato in cucina, per ottenere preparazioni gastronomiche fiammeggianti soprattutto in abbinamento con secondi di carne.

Nella regione d’origine, i frutti di Naga Morich sono proposti come contorni calienti serviti acerbi, ma agli impieghi più basilari si sono aggiunti, anche in Italia, utilizzi creativi che sviluppano appieno le potenzialità di questo peperoncino, con abbinamenti gourmet sia dolci che salati.

Condimento per arrabbiate, ingrediente segreto per gli hamburger, base per marmellate da accompagnare ai formaggi oppure gelati e torte al cioccolato: l’elenco delle possibilità sarebbe davvero lunghissimo da riportare in questa sede.

Ci limiteremo dunque ad un più sobrio report del contenuto nutrizionale medio di questi peperoncini, costituiti da un 30% di proteine, un 8% di lipidi e un preponderante 62% di glucidi, per un apporto energetico totale complessivamente limitato (appena qualche decina di kcal).

Coltivare il peperoncino Naga Morich

Originariamente asiatico, il Naga Morich è stato trapiantato anche in America (negli Stati Uniti), in Europa (il cui primo arrivo si ha nello UK) e persino in Oceania, in Australia, dov’è utilizzato per confezionare salse piccanti.

La sua coltivazione non è particolarmente difficile e segue a grandi linee quella di altre varietà (abbiamo dedicato una guida a come coltivare peperoncini e può essere un buon punto di riferimento). Come tutti i capsicum chinense e più in generale i peperoncini tropicali, è bene seminare con un buon anticipo i naga morich, in modo da sfruttare tutta l’estate per far maturare i frutti.

Con i giusti accorgimenti, dunque, ogni clima è adatto alla coltivazione di queste piante, che andranno tenute in una growbox domestica o professionale qualora si abiti in paesi dal clima freddo.

Il primo step per ottenere un arbusto di Naga Morich è la germinazione del seme: sono diverse le metodologie possibili per far crescere le prime foglioline, ma una delle più comode e semplici prevede l’uso di un foglietto di carta assorbente, di una bustina o scatolina di plastica e di un ambiente riscaldato tra i 26 e i 29°C, dove si lascerà il seme deposto sul foglietto per il tempo necessario a veder spuntare i primi segni di vita (il metodo scottex).

Per realizzare la germinazione basterà inumidire la carta con un minimo quantitativo d’acqua, inserendola poi nella “microserra” costituita dalla bustina. Poi, per ottimizzare il processo, sarà possibile tenere i semi in bustina in una scatola più grande, vicina ad un dispositivo che emetta calore ma sia già presente in casa: un modem, un computer, il retro del frigorifero se accessibile, in ottemperanza ai precetti di una lodevole economia circolare. Una soluzione più performante è invece il tappetino riscaldante.

Una volta ottenuta la piccola piantina, vi occorrerà rimuoverla con delicatezza dalla bustina, per poi trapiantarla in vaso e procedere a seguire la fase di accrescimento, in cui sarà fondamentale l’utilizzo di concimi NPK: questi ultimi sono composti di azoto (per la foliazione), fosforo (per fiori e radici più forti) e potassio (che favorisce la maturazione e interviene sulla struttura portante della pianta), in proporzioni variabili a seconda del periodo vegetativo in cui la vostra pianta di naga morich si troverà. Un approfondimento interessante su questo tema può essere la guida alla concimazione dei peperoncini.

Tenete a mente che ogni pollice può colorarsi di verde: prove ed esperimenti miglioreranno di anno in anno le vostre coltivazioni, insieme alle giuste letture!



concime per peperoncini